maggio 12, 2017

SIMBOLICAMENTE MILANO: IL DUOMO E LA MADONNINA

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Come ogni grande città che si rispetti, anche la nostra Milano è conosciuta in tutto il mondo grazie ai suoi simboli.
Non si tratta solo di simboli prettamente architettonici, ma anche (vi ricordo che siamo in Italia) culinari.

Comunque, di qualsiasi genere siano, possiamo ammirarli e assaporarli, lungo le vie della città meneghina.

Nell'iconografia "turistica" e nell'immaginario comune, Milano viene da sempre identificata con il maestoso Duomo e alla sua guardiana dorata che veglia sulla città dall'alto, la Madonnina.





Tutta l'area dove oggi è ubicato il Duomo, è stata adibita a luogo sacro dalle diverse popolazioni che si sono susseguite nei secoli.
I primi furono i celti, che utilizzavano questo spazio per il sacrificio di animali e essere umani alla Grande Dea Madre Terra (Potnia o Belisama). In seguito i romani, che succedettero vittoriosi ai celti, mantennero il culto della dea, tramutando il tempio in uno dedicato a Minerva. Con l'avvento del cattolicesimo, al posto del tempio fu edificata la chiesa di Santa Tecla, per arrivare infine all'erezione dell'attuale Duomo dedicato a Santa Maria Nascente.


E' curioso come, nonostante le diverse culture e credo religioso, tutti i popoli che hanno occupato questo suolo, l'abbiano adibito al culto di una divinità femminile.
maggio 12, 2017

SIMBOLICAMENTE MILANO: IL RISOTTO ALLA MILANESE E IL PANETTONE

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Ma Milano per quanto multietnica e eccentrica, rimane comunque una città con profonde radici italiane, sopratutto di stampo culinario...d'altronde si sa, nelle nostre vene scorre l'amore incondizionato per la buona tavola.
Come non menzionare allora, i simboli culinari della tradizione meneghina: il risotto e il panettone.

Le splendide vetrate del Duomo, nascondo la storia di questo piatto prelibato.
Durante la realizzazione della vetrata di Sant'Elena del Duomo, il giovane assistente di Valerio Fiandra, aggiungeva ai colori un po' di zafferano, per dare particolari sfumature. Mastro Valerio, che aveva notato la tecnica del ragazzo, lo apostrofò dicendo "Finirà che metterai il tuo zafferano anche dentro il risotto!"
E così fece! A questo punto non ci resta che ringraziare questo talentuoso e intuitivo ragazzo!

Come tutte le invenzioni geniali, anche questo dolce prelibato è nato per caso.
Narra la leggenda che la vigilia di Natale, alla corte del Duca Ludovico il Moro, si tenne un gran banchetto.
Il cuoco aveva pensato alla creazione di un dessert, che fosse degno dell'occasione. Purtroppo si accorse troppo tardi che il dolce stava bruciando e preso dal panico, assecondò la proposta di uno sguattero, detto Toni. L'idea era quella di creare un dolce usando gli ingredienti avanzati dalla preparazione di quello precedente.
Il risultato fu un "pane dolce" farcito con canditi e caratterizzato da una cupoletta ben cotta.
Fu un successo  e il Duca battezzò questo dolce con il nome del suo creatore "Pan del Toni".
Come sapete la tradizione continua sulle nostre tavole ogni Natale... a meno che...non si decida per il Pandoro!

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